La ruota di Duchamp a Guastalla
Sabato 18 e domenica 19 aprile, al Lido Po di Guastalla, si è svolta la nona edizione di Georgica, fiera festa mercato delle attività, mestieri e arti e legate al territorio e alla coltivazione. Con un occhio volto al futuro (nuove tecniche, nuovi prodotti) e uno volto ad un costruttivo rapporto con il passato: cercando una continuità senza lagnosi rimpianti e senza pericolosi entusiasmi.
Abbiamo passato varie ore sulla riva del fiume, abbiamo camminato, guardato, mangiato e bevuto, comprato cose che non si trovano sempre nei negozi, abbiamo fatto incontri e qualche (ri)scoperta. Per esempio l'uva fogarina, che io conoscevo di nome da quando ero giovanotto...
... e che qualche volenteroso ha rimesso in coltivazione e produzione permettendomi di dare più sapore, alla lettera, all'allegra canzone del Duo di Piadena che anch'io cantavo mezzo secolo fa.
Camminando fra i molti banchetti e stand degli espositori, ci siamo fermati a quello fotografato nel titolo: mia moglie era incuriosita dalle borse e dai monili esposti, soprattutto dalle borse e dal materiale, difficile da identificare, di cui erano fatte. Mentre la gentile signora ci spiegava che il materiale era la robustissima gomma di camere d'aria per autocarri (impreziosita da una accuratissima lucidatura) il mio sguardo era attratto dalla ruota di bicicletta montata su una forcella rovesciata e fissata su una tavola di legno. E quando l'acquisto della borsa si è concluso, io ho detto alla signora che trovavo bella la citazione della ruota di bicicletta con cui Marcel Duchamp, più di un secolo fa, aveva posto una delle pietre miliari dell'arte contemporanea. Sorridendo la signora mi ha risposto che, quando ha fatto fissare la forcella e la ruota a un pezzo di tavola di legno trovato su una spiaggia, in realtà non conosceva la ruota di Duchamp: "Me ne ha parlato il mio compagno..."
Marcel Duchamp negli anni 50, foto di Julian Wasser
Mi è piaciuto dirle che spesso l'artista dà forma a un sentire e un pensare che appartengono al suo tempo e a tutti coloro che in quel suo tempo vivono, che l'artista può vendere l'opera d'arte ma in ogni caso regala la bellezza e l'emozione che con la sua opera ha reso accessibile a tutti, che pertanto la sua ruota di bicicletta testimonia da un lato la forza del messaggio artistico di Duchamp, dall'altro la sua fine sensibilità nel coglierne il senso che ancora aleggia in noi dopo un secolo. Quando le ho chiesto di poterla fotografare accanto alla sua ruota di bicicletta, la signora, ha detto, era un po' commossa. E anch'io, a ben pensare.
Guastalla, Lido Po. Foto di William Sgarbi
Verso la fine dell'estate del 2016 ho fatto una breve vacanza sulle rive del Lago d'Iseo, con lo scopo principale di vedere opere del Romanino: vagabondando fra il lago e la bassa Valcamonica, capitammo a Bienno nei giorni in cui si svolgeva una mostra mercato. Fra i molti espositori ci piacquero molto lampade, appliques e oggetti vari di un artigiano molto simpatico e originale, e ne comprammo un paio. A Guastalla, camminando verso l'uscita, abbiamo rivisto l'artigiano delle lampade: gli abbiamo raccontato che una sua lampada è nell'ingresso di casa nostra e che ci divertiamo a dire che la consideriamo il nostro miglior antifurto (chi oserebbe entrare e rubare sotto lo sguardo di tale occhio?!?).
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