DOMANDE E RISPOSTE, 8

8 - Come si svolge una seduta psicoanalitica?

Nella seduta analitica il paziente è libero di dire tutto ciò che pensa nel momento e nel modo in cui lo pensa: è anzi fin dall'inizio invitato a farlo, perché lo scopo dell'analisi è rendere percepibile proprio il lavoro spontaneo della mente e non solo quella parte che riesce a passare i tanti controlli che subiamo (dall'esterno e più ancora dal nostro interno). In seduta tutto è consentito perché tutto è rigorosamente contenuto nel dialogo verbale, inteso come situazione nella quale i pensieri si fanno discorso condiviso per poter essere compresi, valutati e, proprio per questo, diventare oggetti di scelta responsabile.

La seduta psicoanalitica è un dialogo fra due persone (paziente e analista) in cui si cerca di rendere esprimibili contenuti della mente del paziente che il paziente, da solo, non è ancora riuscito ad accogliere e gestire senza entrare in conflitto con se stesso e mettendo in crisi i suoi equilibri emotivi e la coerenza dei suoi comportamenti. Va tenuto presente che le contraddizioni interne al nostro mondo affettivo sono in larga parte inconsce, e noi le avvertiamo soprattutto attraverso i vari sintomi nei quali si manifestano. Il dialogo con l'analista è l'occasione in cui dal racconto del sintomo si passa gradualmente al racconto della persona, alla ricerca di una più ampia accettazione e comprensione di un mondo affettivo nel quale chi soffre si sente sballottato e disorientato, oppresso da sensi di colpa , vergogna, inadeguatezza o impotenza, fra paure e desideri incomprensibili che a volte rendono dolorose anche le situazioni più ordinarie della vita. Recuperare la capacità di vivere le proprie emozioni è così il passaggio verso la capacità di comprenderne il senso e scegliere quali seguire e quali tenere a bada, diventando così responsabili del proprio agire. 

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